L’artista ha sempre cercato di indagare l’imponderabile e la ricerca di Mita si svolge nel presente recuperando pezzi già vissuti nel passato per comunicare suggestioni ed emozioni. Una produzione che colpisce per la ricerca continua di forme espressive alternative tra materiali di recupero e originali tecniche di realizzazione.

I mass media, i new magazine ci ossessionano con la video arte e promuovono artisti che operano in “second life”, ma nella realtà notiamo come la ricerca artistica contemporanea non abbandoni le vecchie sperimentazioni come quelle dell’estetica dell’informe. Quella di Mita è un’arte che riconsidera la materia nelle sue proprietà più imperscrutabili, è una ricerca che ha a che fare con l’alchemico e dimostra che l’estetica dell’informe non ha ancora esaurito il suo potenziale espressivo.