SI CAMMINA piano, passo dopo passo, sul vecchio sentiero pieno di sterpi e arbusti che si inerpica nei fianchi della vena del gesso. Chissà quant’acqua piovana è scesa ed è poi stata asciugata dal sole, quanta neve ha coperto di silenzio e di bianco questa via ignota.

La gente di Romagna, per meglio dire la gente di quel pezzo di Romagna, che si inerpica verso la Toscana, nel tempo della grande povertà tra le due guerre viveva di stenti, ma era fiera. Percorreva quei sentieri a caccia di cibo, col capo reclino e gli occhi attenti a distinguere nel terreno ciò che era buono da ciò che era cattivo. Anche oggi andiamo. C’è l’opulenza, abbiamo tutto ma procediamo cupi.

SI CAMMINA dunque, SI CAMMINA con il capo basso per non essere disturbati, con l’affanno nel cuore, con la speranza che si affievolisce, con il peso sulle spalle, vinti da mille cose. Poi all’improvviso il sentiero finisce e davanti agli occhi, nello specchio dell’acqua del fiume, rivedi tutti i colori della terra che fino a ieri hai calpestato e sei quasi costretto ad alzare il capo in alto per vedere da dove arriva la luce. Ed è allora che ti accorgi del cielo e ti si apre il cuore. I quadri di Francesca Mita sono questa grande sorpresa questo grande incontro con i colori e la materia della terra di Romagna.

La materia raccolta lungo i fiumi, nelle strade, nelle case abbandonate. Materia legata alla terra, alla natura ma anche all’uomo, al suo domestico vivere e alla sua inveterata abitudine di lasciare traccia di sé. Giornali, lamiera arrugginita, chiodi, filo spinato. Colori, terra, materia trapassati dalla luce del cielo che li fa riverberare, li rende vividi e vibranti. Nella grande tradizione della medicina cinese tutta la realtà che circonda l’uomo, che lo rende vivo, capace di pensare, di amare e soffrire, di ridere e di piangere, è costituita dall’incontro del Cielo con la Terra. Il Cielo questa essenza impalpabile, spirituale, come un soffio sottile che scende nelle trame materiche della Terra generando la vita attimo dopo attimo.

E’ nella Terra che si vede il Cielo, come nelle tele di Francesca, e la terra, nei suoi colori, nella sua materialità anche lurida e spoglia, lascia sempre intravedere una luce.